tag:blogger.com,1999:blog-58754499399238141312024-03-12T20:55:06.949-07:00Memorie InfranteBloodydarknesshttp://www.blogger.com/profile/14783265857787460504noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-5875449939923814131.post-80295432135054916192011-11-09T01:45:00.000-08:002015-06-19T04:35:53.627-07:00La Casa di Kyoko - Prefazione<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il cielo ancora rischiarato da una lieve luce soffusa prometteva una notte limpida e lunga, ma era ciò che la sua vita era diventata ormai, una notte infinita passata ad aggirarsi per le strade tra le persone ignare che una creatura soprannaturale attraversasse loro il cammino.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Sebbene la notte fosse alle porte, un fiume di gente affollava le strade sterrate della cittadina di provincia. Kimoni dai mille colori e dai tessuti pregiati la sfioravano appena, diretti in questa e quella casa del tè. Un vecchietto che trainava il suo risciò le tagliava la strada, la schiena piegata in avanti e le braccia tese dietro intente a portare una giovane Geisha e la sua madrina al debutto in società. Sorrise osservandoli allontanarsi, un tale spreco di forze per una vita che ancora ignoravano stava già decadendo.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> I fumi dalle case del Sakè si riversavano in strada, portando odori che un tempo allettavano la sua gola e stimolavano le sue passioni ma ora tutto intorno a lei odorava di sangue e sensazioni, era ciò che in quella notte la spingeva tra gli umani, quella sera il suo cuore sarebbe stato scaldato per qualche breve istante.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Il suono implacabile delle risate attirò la sua attenzione. Da una piccola casa del Tè sulla sua destra fuoriuscivano musica e risate, e l'odore dolcastro del sangue misto all'alcol del sakè allettò il suo palato. Gli occhi si soffermarono sull'insegna ben pulita dai colori stinti che ne indicava il nome: Casa di Kioko. </span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Senza rendersene conto entrò scostando lievemente le tendine che dal basso soffitto cadevano verso il basso, nascondendo l'interno del locale invitando i passanti con il loro moto ondulatorio.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Una donna di mezza età la accolse con il riguardo che il caso richiedeva. Il volto tirato dalla stanchezza e dalla vecchiaia le sorrise apertamente rivelando una fila di denti storti e poco curati. I capelli bianchi le ricadevano appena sulle spalle curve tenuti da un fermaglio ormai vecchio come la sua padrona.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> L'odore del suo sangue giunse alle sue narici come una ventata di vento fresco e la investì con la consapevolezza che la poveretta non avrebbe visto la fine dell'inverno.<br /> Con movimenti aggraziati ma irrigiditi dalla malattia le indicò un tavolo e poco dopo le porse una tazza del suo miglior tè. Dopo averla ringraziata con un filo di voce, e le rivolse un inchino di cortesia. Gli occhi si posarono sulla tazza che lentamente afferrò. Era ancora fumante e il suo tepore per un istante s’irradiò per tutto il corpo facendola crogiolare in quel calore così piacevole. Attorno a lei le giovani coppie si sorridevano maliziosamente, le ragazze conducevano un gioco antico, dove facevano assaggiare in un fievole tocco le loro virtù, ritraendosi poco dopo con fare timido e restio. La luce soffusa del locale lo rendeva simile a un sogno dal quale i frequentatori non volevano svegliarsi...</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Tra tutti gli avventori un volto particolare spiccò da un angolo buio e appartato del locale, aveva scelto la parte della locanda più lontana, fuori da occhi indiscreti. I lineamenti che scorse erano duri sebbene fosse una figura dall'aspetto pressoché anonimo. I capelli neri ricadevano a ciocche unte sulla fronte come fossero una coltre di rami di salici piangenti fino a sfiorare gli occhi neri che si guardavano attorno svelti e indagatori, la gamba destra si muoveva in modo costante e irrequieto. Davanti a figura c'era una bottiglietta di sakè piena mentre le dita ticchettavano convulsamente sul tavolo. I vestiti di fattura approssimativa e dozzinale erano scuri e rivelavano un corpo atletico con muscoli guizzanti abituati a uccidere. In un modo totalmente inspiegabile non l'aveva notata, ma dopo tutto come avrebbe potuto intento com'era ad attendere il suo compenso per il lavoro sporco svolto la notte precedente.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Dopo qualche ora una figura incappucciata gli si avvicinò, gli consegnò un sacchetto di tela e si allontanò, dileguandosi nella folla della locanda così com’era arrivato, perdendosi poi nel freddo della strada.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> L'uomo si alzò mettendo in tasca il sacchetto, come se nulla fosse, si guardò intorno con aria circospetta e uscì dalla casa del tè.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Con movimenti aggraziati, senza far alcun tipo di rumore lei si alzò dal tavolo, lasciando di malavoglia la tazza fumante di tè che fino a quel momento le aveva concesso un piccolo attimo di calore. Fece cadere qualche yen più del necessario sul bancone e uscì seguendo l'uomo a debita distanza senza mai perderlo di vista. Si era tirato sul volto un cappuccio ma la sua camminata furtiva era ben riconoscibile tra la gente per lei. Inconsapevole di chi o cosa lo stava seguendo s’inoltrò in un vicolo privo di luce se non quella lunare. Girò l'angolo poco dopo di lui e lo vide intento a guardarsi intorno in modo circospetto senza tuttavia riuscire ancora a capire che da lì a qualche secondo la sua vita sarebbe terminata. Nonostante tutto però affrettò il passo, temeva di essere rapinato e per questo voleva mettere al sicuro quei soldi sporchi di sangue il più presto possibile. Peccato fosse già troppo tardi, che sciocco.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Prima che potesse riemergere in una strada affollata, lo braccò con l'agilità di un felino, la sua mano bianca sul collo abbronzato dell'uomo. Lo sollevò da terra e il poveretto si agitò cercando di divincolarsi dalla sua presa. Lei lo guardò fisso negli occhi, nutrendosi del suo terrore e della sua paura più profonda. Lasciò cadere il velo che le copriva parzialmente il volto, e l'uomo ebbe un sussulto di meraviglia. Era incredulo che una creatura con la pelle candida come la porcellana e quindi così fragile, potesse avere una tale forza e un tale impeto.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Lei sorrise godendo anche dello stupore dell'uomo davanti a se, e in un lampo i suoi denti lacerarono la tenera carne del suo collo. Lentamente assaporò quel piccolo momento di pace, il peccato dell'uomo mitigò il suo facendo sussultare il suo cuore immortale. E per un breve momento lei fu lui, e il suo peccato fu di lei.</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Lasciò che l'ultima goccia di sangue dell'uomo scendesse nella sua gola per placare la sete ardente che provava e mentre i suoi occhi continuavano a guardarlo sussurrò:</span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> "Ora sei libero dal peccato" </span></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> E lo lasciò cadere a terra, ripulendo pazientemente il suo delitto.</span></span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="color: white;"><span style="color: #cc0000;"> Tornando nel locale si crogiolò nel tempore di quel sangue macchiato dal peccato dell'omicidio, e finalmente poté assaporare un breve istante di pace.</span></span></span>Bloodydarknesshttp://www.blogger.com/profile/14783265857787460504noreply@blogger.com0